La tecnica dello shadowing può aiutare a imparare una lingua straniera?
Come fare a migliorare la propria pronuncia di una lingua straniera in modo veloce e duraturo?
Una domanda che mi viene posta spesso durante i miei corsi sia di inglese che di giapponese è proprio questa: come migliorare la propria pronuncia?
Come puoi immaginare non esiste una formula magica che da un giorno all’altro ti permetta di pronunciare ogni parola come un madrelingua: serve tanta pratica e occorre esporsi il più costantemente possibile alla lingua che si sta studiando. Basterebbe anche farlo poco tempo al giorno ma è importante farlo tutti i giorni, anche solo per 10 minuti!
A parte questo, però, c’è una tecnica che mi sento fortemente di consigliare che, per quanto possa sembrare banale e noiosa, credimi, è davvero molto efficace: si chiama shadowing!
Cosa significa shadowing?
Shadowing deriva da shadow, ombra, e significa letteralmente fare da ombra, imitare per filo e per segno la parlata di qualcuno, restandogli appiccicati, quasi come fossimo la sua ombra.
Lo shadowing ti permette di esercitare una lingua straniera semplicemente scegliendo un film, un cartone animato, un programma che ti piace e ripetendone all’unisono le frasi che senti, immediatamente e senza leggerle non appena il tuo cervello le ha captate, quasi come se stessi lavorando come interprete simultaneo ma senza tradurle, senza pensare troppo al significato di ogni parola: l’obiettivo, in questo momento, non è ampliare il tuo vocabolario ma è quello di allenare e sciogliere i muscoli della bocca in modo da abituarli ad emettere dei suoni che per te non sarebbero naturali perfezionando così la tua pronuncia!
Avrai notato che molti stranieri fanno fatica a pronunciare o addirittura a percepire la differenza tra due parole italiane come capello e cappello proprio perché l’impostazione della loro bocca non è pensata per emettere suoni forti come quelli delle doppie consonanti, sulle quali noi italiani, al contrario, siamo molto allenati!
Come funziona la tecnica dello shadowing
La tecnica dello shadowing permette, per imitazione, di abituare piano piano i muscoli della bocca ad assumere posizioni che normalmente si allenano poco nella propria lingua, con il fine di imparare a riprodurre i suoni stranieri in modo più naturale.
La tecnica dello shadowing è un allenamento gratuito! Tutto ciò che serve è il tuo tempo, la tua concentrazione e un video, un podcast, un tg, qualunque cosa ti piaccia. Fai in modo che la traccia che scegli di imitare sia affidabile e che, chi parla, sia possibilmente madrelingua in modo da non imitare eventuali imperfezioni di pronuncia o di intonazione tipiche di altre lingue straniere diverse da quella che vuoi perfezionare.
Se ami la parlata di un attore o di un’attrice, imitali! Usali come modelli per mettere in pratica questa tecnica. Puoi farlo con qualunque lingua straniera tu voglia imparare!
Inizialmente ti sembrerà difficile così come è difficile fare una serie di flessioni se non si è minimamente allenati. Con il passare del tempo, però, i muscoli della tua bocca si scioglieranno e vedrai che pronunciare una parola e seguire un’intonazione nel modo corretto diventerà sempre più semplice e gratificante.
Quando parli attivi involontariamente una grandissima quantità di muscoli, sbatti la lingua contro i denti, la muovi contro il palato, curvi le tue labbra, imposti inevitabilmente il tuo viso attraverso delle smorfie più o meno marcate e percettibili. Tutto ciò è come una palestra per la tua bocca e contribuisce a migliorare la tua pronuncia e la scioltezza del linguaggio.
Ogni lingua, però, ha la propria palestra personalizzata così come ogni persona ha bisogno di un allenamento mirato a seconda delle proprie esigenze. Un madrelingua italiano avrà allenato sin da piccolo la sua bocca per imparare a pronunciare suoni duri, rigidi e ben scanditi come quelli delle r vibranti o come quelli delle doppie consonanti, che devono essere ben distinte dalle consonanti singole per non confondere una parola con un’altra (rosa/rossa, casa/cassa, copia/coppia, ecc.). Proprio per questo motivo, quando un italiano parla inglese, generalmente tende a pronunciare le r in modo duro e marcato, dicendo good moRning con la r forte e vibrante.
Shadowing per migliorare la pronuncia inglese
Un madrelingua inglese, al contrario, segue un’impostazione della bocca molto più morbida e sciolta, fatta di r mute che, quando si trovano alla fine di una parola o subito dopo una vocale vengono solo lievemente accennate, come accade in morning, water o car, oppure r posizionate all’inizio di una parola o dopo una consonante che sono simili all’acceleratore di una moto (come in rabbit, result, cream, ecc.). Se provi ad ascoltare queste parole e a pronunciarle (puoi aiutarti con l’apposita funzione di Wordreference.com) ti accorgerai che i muscoli della tua bocca assumono inevitabilmente una posizione innaturale per te, molto più appesa e morbida.
La lingua inglese è anche fatta di suoni intermedi come æ che è una via di mezzo tra una a e una e come nelle parole angry/cat/bad che per noi sono sorprendentemente difficili da pronunciare dato che, in italiano, una cosa o è bianca o è nera quindi per noi quel suono o si pronuncia a oppure e, ma non esiste via di mezzo. Ne sono una dimostrazione i supereroi: abbiamo Spiderman, Ironman, Superman e Batman…in tv li sentiamo quasi sempre chiamare SpidermEn, IronmEn, SupermEn e BatmAn!
Perché?! La parola man, in inglese, si pronuncia /mæn/ e il suono che la caratterizza dovrebbe essere pronunciato nello stesso modo per tutti i supereroi ovvero come una via di mezzo tra le vocali a ed e. Allora perché Batman fa eccezione rispetto agli altri?
Io ho creato la mia teoria: dato che gli americani tendono a far cadere la pronuncia del suono intermedio æ più verso la e, mentre i britannici più verso la a, posso azzardare l’ipotesi che alcuni supereroi siano diventati famosi in Italia grazie a dei programmi americani in cui il suono æ era talmente marcato che il nostro orecchio ha deciso di ribattezzarlo come una e ben distinta invece di una e sporcata di a. Batman, invece, è diventato famoso in Italia grazie ad una serie televisiva caratterizzata dalla canzoncina che fa “nanananananananananana Batmaaaan” che ha indotto il nostro orecchio ad optare per una a invece di una e.
La lingua inglese ci complica la vita anche con dei suoni a noi totalmente estranei come ɜː in first/bird/church/work/nurse che a me, in aula, piace chiamare Lurch, perché mi ricorda il verso che emette il maggiordomo della Famiglia Addams quando viene interpellato.
O ancora come θ in think/thanks/tooth che cambia e diventa ð in parola come: this/mother/brother/together. Non mancano combinazioni di più consonanti e vocali che creano un suono unico come uː nelle parole through/thought e ɔː in bought/doughnut.
Riuscire a pronunciare questi suoni nel modo corretto comporta dover abituare la nostra bocca, la nostra lingua e la nostra faccia ad assumere posizioni diverse da quelle che assumiamo quando parliamo la nostra lingua. Inoltre, non basta saper pronunciare una parola singolarmente perché, durante una conversazione, mangiamo delle lettere, contraiamo delle parole (in inglese sentiamo dunno invece di don’t know, per esempio), omettiamo dei suoni, seguiamo delle cantilene, ecc.
Tutto questo può essere allenato e acquisito imitando in modo costante la parlata straniera grazie a questa palestra che si chiama shadowing e che ci prepara ad accogliere nuove combinazioni di movimenti di lingua, labbra e bocca!
Shadowing per migliorare la pronuncia giapponese
Spostiamoci su una lingua completamente diversa sia dall’italiano che dall’inglese, passiamo al giapponese. I giapponesi parlano principalmente seguendo l’alternanza tra sillabe composte da consonante-vocale-consonante-vocale (basta pensare a ka-ra-te, ki-mo-no, ka-mi-ka-ze) e seguendo una melodia che sale e che scende in continuazione e che a volte trascina le vocali finali di una parola allungandole in modo estremo (come in irasshaimaseeeee, espressione di benvenuto pronunciata dai commessi e dai ristoratori ogni volta che un cliente varca la soglia del negozio). Pronunciare in modo fedele delle frasi in giapponese ci fa sentire forzati e a volte anche un po’ ridicoli perché ci impone un’intonazione che non appartiene alle nostre corde.
Tuttavia è essenziale, per perfezionare la pronuncia, imparare ad acquisirla almeno un po’ in modo da rendere la nostra parlata più naturale. Anche qui lo shadowing può aiutarci, tanto che esistono dei veri e propri libri dedicati a questa tecnica, con una serie di conversazioni pensate apposta per fare pratica!
Ti suggerisco questi 3 libri per il giapponese:
Shadowing: let's speak Japanese
Beginner to Intermediate
Shadowing: let's speak Japanese
Intermediate to Advanced
Shadowing: let's speak Japanese
Employment - part-time job - university admissions interviews
Per esercitarti puoi utilizzare anche Niko Niko: scansiona i QrCode e ripeti le conversazioni all’unisono, senza leggerne il testo…e il gioco è fatto!
Conclusioni
La tecnica dello shadowing può essere utile principalmente sotto due aspetti molto diversi tra loro: la pronuncia e l’intonazione. Tra questi aspetti però c’è una netta differenza e tra i due potresti anche pensare di concentrarti solo su uno: la pronuncia.
Questa, infatti, può compromettere notevolmente la tua comunicazione: pensa ad esempio se in italiano dicessi capello invece di cappello, oppure se in inglese dicessi desert invece di dessert, o ancora, kiss invece di keys.
L’intonazione, invece è la musicalità che diamo alle nostre frasi, il segno di riconoscimento del nostro luogo di provenienza, non compromette la comunicazione e, anche se imperfetta, ci rende unici e riconoscibili.
Non credo che per parlare bene una lingua sia necessario rinunciare al proprio accento straniero (dietro il quale si nascondono le proprie origini) ma, se si vuole imparare una nuova lingua al meglio, è anche bello sforzarsi per riuscire ad impararla sotto ogni punto di vista.
Approfondimento
NIKO NIKO
Parlare giapponese ti terrorizza? Hai paura di viaggiare nel Sol Levante e non capire una parola? Non preoccuparti e… sorridi! Milena Ingrosso e Mitsuhiro Sugiyama hanno creato il metodo Niko Niko – che vuol dire appunto sorriso – proprio per gli italiani che vogliono imparare a parlare il giapponese e a comprenderne la pronuncia una volta per tutte. Grazie a un percorso integrato di testi e tracce audio, sviluppato con un’attenzione particolare alla cultura e agli usi nipponici, questo libro multimediale ti insegnerà a parlare, ad ascoltare e a destreggiarti nelle situazioni più disparate: dal controllo passaporti a come iniziare una telefonata o una conversazione con qualcuno, dalla richiesta di indicazioni all’esprimere desideri, evitando situazioni imbarazzanti e malintesi. Da tenere sempre con sé o sfogliare all’occorrenza, da ascoltare in metropolitana o per esercitarsi a parlare a casa, finalmente un manuale per conversare, capire e vivere appieno il Giappone con il sorriso sulle labbra!
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