I 10 errori di inglese più comuni fra gli italiani

Quali sono i 10 errori di inglese più comuni tra gli italiani?

Scopriamoli insieme uno per uno per imparare ad evitarli!

Quando ho iniziato a lavorare come formatrice ed ero alle prime armi vivevo le mie giornate lavorative con un costante senso di ansia. Temevo di non saper rispondere alle domande dei miei studenti, avevo paura di fare brutte figure o di deluderli.

Con il tempo, però, ho capito due cose: la prima è che non siamo onniscienti e che chiunque, anche con tantissima esperienza, può permettersi di non sapere qualcosa. L’importante è sapere dove e come trovare le risposte che non si conoscono utilizzando strumenti di ricerca attendibili e affidabili…e non smettere mai di imparare!
La seconda cosa che ho capito è che, alla fine, gli errori più comuni e le domande frequenti degli studenti sono, in linea di massima, sempre gli stessi perché, da italiani, tendiamo a inciampare sempre sugli stessi scogli, proprio per colpa della nostra lingua.
Ho creato per te una lista dei 10 errori più comuni che vedo commettere con maggiore frequenza dai miei allievi: vediamoli insieme e impariamo a evitarli!

Errore n° 1: "Sono d'accordo con te"

I am agree with you

I agree with you

Non preoccuparti, ti capisco! Non è colpa tua se in italiano si dice sono d’accordo con te. Però, se le lingue si potessero tradurre parola per parola senza commettere mai errori impararle sarebbe troppo facile (e io non avrei un lavoro!)
Il punto è che, in italiano, d’accordo è usato come aggettivo e, di conseguenza, ha bisogno del sostegno del verbo essere così come accade con tutti gli aggettivi. Per esempio, posso dire che sono bella, che sono simpatica, che sono modesta e, nello stesso modo, posso dire che sono d’accordo.
In inglese, però, agree non è un aggettivo come bello/simpatico/modesto bensì un verbo come  mangiare/lavorare/bere, e da tale devi trattarlo!
Facciamo così: ogni volta che sei d’accordo con qualcuno, non dire “sono d’accordo con te”, prova a dire “concordo con te”, in questo modo, anche in italiano, starai usando un verbo e sarà più facile per te evitare l’errore in inglese.
Agree si comporta al pari di un qualunque altro verbo inglese, quindi, così come diresti I eat, I work, I drink, nello stesso modo dovrai dire I agree.
Non concordi con me? In quel caso puoi dire I don’t agree ma, ti prego, non dire mai più I’m not agree perché questa espressione non esiste, così come non esistono non sono mangiare, non sono bere, non sono lavorare!

Errore n° 2: "Così e così"

So and so

So-so

Probabilmente, anche in questo caso, sto facendo crollare una tua certezza e di chi è la colpa? Sempre dell’italiano! Noi, infatti, diciamo sempre così e così e ci viene naturale conservare la congiunzione e dire so-and-so. Purtroppo, però, il significato di so-and-so non ha niente a che vedere con quello che pensi! Se vuoi dire così e così dovrai eliminare la congiunzione e dire so-so. Se adesso ti stai chiedendo quale sia il significato di so-and-so, sappi che può fare riferimento sia ad un “tale” o a un “tizio” del quale non conosci il nome, sia a qualcuno che trovi veramente seccante e poco piacevole, un po’ una “testa di cavolo”, insomma!

Errore n° 3: "Sono in ritardo"

I'm in late

I'm late

Tradurre parola per parola partendo dalla propria lingua madre è una brutta bestia ma, ahimè, quando ci si approccia ad una nuova lingua è quasi inevitabile farlo. Con il tempo e con la pratica si guarisce, non preoccuparti!

In italiano diciamo in ritardo e, di conseguenza, l’espressione in late potrebbe sembrarti perfetta! Purtroppo, però, devi considerare in ritardo come un unico pacchetto che, in inglese, diventa late e che è un aggettivo!

Di conseguenza, così come posso dire che I’m happy/I’m married/I’m tired, nello stesso modo posso dire che I’m late!
E se non credete alle mie parole, chiedete un parere anche al Bianconiglio!

white-rabbit-i'm late
Credit: https://www.disneyclips.com/images/alice4.html

Errore n° 4: "Sono sposata con lui"

I’m married with him

I’m married to him

Ebbene sì, in inglese non ci si sposa con qualcuno ma a qualcuno, di conseguenza, non devi usare la preposizione with ma to! È un po’ come se io dicessi che sono stata data in sposa a lui piuttosto che sono sposata con lui. Non fa una piega, non trovi?

Errore n° 5: "Neanche io"

A: I’m not English.
B: Me too!

A: I’m not English.
B: Me neither!

Rispondere me too o, in alternativa, so do I, quando hai qualcosa in comune con chi sta parlando con te va bene, ma ad una condizione: ciò che condividi con quella persona deve essere assolutamente un concetto posto in forma affermativa!
Ti faccio alcuni esempi:

A: I love my job! 
B: Me too./So do I.

A: I work in Milan!
B: Me too./So do I.

A: I would like to be more confident!
B: Me too./So do I.

Invece, quando la persona che sta parlando con te ti dice qualcosa in forma negativa e tu la condividi, devi ricorrere a me neither o, in alternativa, a neither do I:

A: I don’t like my job!
B: Me neither./Neither do I.

A: I am not proficient in German!
B: Me neither./Neither do I.

A: I don’t work in Japan!
B: Me neither./Neither do I..

Errore n° 6: "Portare a me o portare agli altri?"

Can you bring this book to John, please?

Can you take this book to John, please?

Sappiamo tutti che portare, in inglese, si dice bring. Ma siamo sicuri che si dica sempre e soltanto bring?
Se voglio chiederti di portarmi un bicchiere d’acqua bring va più che bene, quindi posso dirti: can you bring me a glass of water?
Anche se mi presti il tuo libro posso dirti: thanks. I’ll bring it back to you tomorrow morning!
Allora perché la frase nella tabella è un errore?
Bring può essere usato solo ed esclusivamente se io porto qualcosa (o qualcuno) alla persona con la quale sto parlando in quel momento o se la persona con cui sto parlando in quel momento porta qualcosa (o qualcuno) a me. Lo scambio deve avvenire tra persone che parlano tra loro. Ciò significa che, se io e te parliamo posso usare bring solo se sono io a portare a te (o nel posto in cui ti trovi) oppure se sei tu a portare a me (o nel posto in cui mi trovo).
When you come for dinner, don’t forget to bring Taboo in English! (in questo caso dovrai ricordarti di portare il gioco Taboo in inglese nel posto in cui mi trovo io, ovvero a casa mia, quando verrai per cena). 

Se vuoi portare qualcosa (o qualcuno) a qualcun altro o in un altro posto nel quale non ci troviamo né io né te devi usare take!
Dopotutto, riflettici, se compri del cibo da un ristorante ma vuoi consumarlo a casa tua, per portarlo via fai take away e non bring away! In quel momento, infatti, starai portando il cibo in un posto diverso da quello in cui sia tu che il tuo interlocutore vi trovate.
Analogamente, se sei a casa tua e vuoi portare il cane al parco you want to take the dog to the park e se vuoi chiedermi di portare questa chiave a tuo fratello puoi dirmi please, take this key to my brother!

Errore n° 7: "When I will"

When I will be 64

When I’m 64

Non ho scelto un numero a caso, quello che leggete nella tabella è il titolo di una celebre canzone dei Beatles. Ogni volta che, in aula virtuale, il mio orecchio avverte la parolina will subito dopo when (o peggio ancora, dopo if), scatta subito la domanda: come tradurreste la frase “quando avrò 64 anni”? Quasi nessuno conosce o ricorda il titolo di questa canzone e, sistematicamente, più di qualcuno dice oppure scrive in chat “when I will be 64” (a volte qualcuno, in preda a qualche lapsus, dice persino when I will have 64 dimenticando che, per indicare l’età in inglese, si usa il verbo essere e non avere).

Mi dispiace deluderti ma, in inglese, dopo when e dopo if non puoi mai usare will. Lo so che in italiano si può fare, ma stiamo parlando di un’altra lingua. In inglese non si può. E quindi? Quindi usiamo il presente al posto del futuro. Dopotutto, spesso, lo facciamo anche noi in italiano.
Will si può usare, ma non nella parte di frase in cui ci sono già when o if. Guarda:

Will you still need me, will you still feed me when I’m 64?
Avrai ancora bisogno di me, mi darai ancora da mangiare quando avrò 64 anni?

If you are good, I’ll get you an ice cream.
Se sarai bravo, ti comprerò un gelato (se sei bravo ti compro un gelato).

when i-m 64 the beatels
Photo Credit: Friso Baaij su Unsplash

Errore n° 8: "Siamo abituati a farlo"

We are used to do it

We are used to doing it

Quando si parla di un’abitudine insolita, qualcosa che, a differenza degli altri, per noi è normale e non comporta alcuno sforzo, possiamo usare l’espressione to be used to (essere abituati a). Attenzione, l’espressione to be used to è sempre seguita da un sostantivo oppure da un verbo in -ing.

Se un verbo è nella sua forma in -ing non vuol dire necessariamente che si tratta di un gerundio. La forma in -ing, infatti, serve anche per nominalizzare i verbi e renderli sostantivi (build/building=costruire/palazzo, feel/feeling=sentire/sentimento, meet/meeting=incontrare/riunione, ecc.). Proprio per questo motivo, quando in una struttura grammaticale si deve usare un verbo in -ing, spesso, è possibile anche usare un sostantivo!

I’m used to waking up early in the morning.
Sono abituato/a a svegliarmi presto al mattino.

I’m not used to driving on the left side of the street.
Non sono abituato/a a guidare sul lato sinistro della strada.

I’m used to noise.
Sono abituato/a al rumore.

Attenzione a non confonderti con un’altra espressione: I used to + V. infinito.
In questo caso, non stiamo parlando di un’azione che non ci crea problemi ma di un’abitudine che ormai appartiene al passato e che ormai non facciamo più. Per tradurre frasi con I used to in italiano, possiamo usare un semplice imperfetto (-avo/-avi/-ava/ecc.)!

When I was younger, I used to wake up late in the morning!
Quando ero più giovane mi alzavo tardi al mattino (ma adesso, ahimè, non più)!

When I was a child I used to play volleyball.
Quando ero piccolo/a giocavo a pallavolo (ora non ci gioco più).

Non usare mai I used to al presente! Per indicare un’azione che fai abitualmente devi usare usually:
I usually go to work by car (non I use to go to work by car).

Errore n° 9: "L'ho fatto ieri"

I’ve done it yestarday

I did it yesterday

Le differenze tra present perfect (soggetto + have/has + participio passato) e past simple (soggetto + verbo regolare con aggiunta di -ed oppure soggetto + verbo irregolare nella seconda voce del paradigma dei verbi irregolari) sono sempre ardue.
Parti da un presupposto: se qualcuno ha deciso di chiamare questo tempo verbale present perfect significa che è un presente (altrimenti lo avrebbero chiamato past). Di conseguenza, indipendentemente da come lo traduci in italiano, deve essere trattato come presente. Useresti mai espressioni come yesterday, last year, two days ago, ecc. per parlare al presente? Scommetto che non lo faresti! Per questo motivo, in inglese, se stai parlando di un’azione compiuta in un momento preciso del passato non puoi mai usare un tempo presente: dovrai usare il past simple!

Lascia perdere l’italiano, non farebbe che confonderti. In italiano è possibile usare il verbo avere seguito dal participio passato per parlare di un’azione passata ma in inglese no. Vuoi sapere perché? Perché il verbo avere seguito dal participio passato in italiano si chiama passato prossimo (quindi è un passato) mentre, in inglese, si chiama present perfect (quindi è un presente)!
Il present perfect, sebbene somigli al nostro passato prossimo, non è identico al passato prossimo e si usa in un modo diverso e complesso. Per questo motivo, approfondirò questo argomento in un altro momento, in modo da toglierti ogni dubbio.

Errore n° 10: "Pregnant, signature, signal"

“gn” come gnomo

“g-n” pronunciate separatamente

Concludo con un errore di pronuncia comunissimo: il suono gn.
In inglese non esistono le stesse combinazioni di suoni che ci sono in italiano (e vice versa) e questa coppia di consonanti ne è un esempio lampante.

Le parole inglesi che contengono gn non devono essere pronunciate come gnomo/castagna/cagnolino perché questi sono suoni peculiari della lingua italiana.

In inglese le consonanti gn si pronunciano individualmente creando un vero e proprio g-n. Guarda come le ho trascritte e prova a pronunciarle correttamente:
preg-nant
sig-nature
sig-nal

Consiglio di lettura.

Se cerchi un testo per lo studio della lingua inglese che esca un po’ fuori dagli schemi presentandoti, in ogni pagina, un tranello della lingua e mettendoti in guardia una volta per tutte, ti suggerisco “Right or Wrong?”, disponibile anche nella versione “at work”. In circa 300 pagine si concentrano tutti gli errori comuni degli italiani con spiegazioni scritte in italiano. Attenzione, potrai scoprire che dietro alcune espressioni che hai sempre usato si nasconde un doppio senso o, addirittura, che sono errate, proprio come quelle che ti ho appena illustrato in questa pagina.

“Right or Wrong? At work” segue più o meno la stessa struttura di “Right or Wrong?”, incentrandosi, però, sulla terminologia lavorativa: pagamenti, fatture, linguaggio telefonico, acronimi business, modi di dire comunemente utilizzati sul lavoro, ecc.
Entrambi i testi contengono esercizi incentrati principalmente su traduzioni e cruciverba.

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Quante volte mi saranno state fatte questa domande durante i miei corsi di inglese? Ormai ho perso il conto!
E quante volte mi sarò messa a creare un elenco per dare una risposta precisa?
Peccato che dopo mezz’ora mi ritrovavo ancora lì a scrivere per dare una risposta.

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