Tanabata la festa giapponese delle stelle

Il Tanabata 七夕 è una festa tradizionale giapponese molto speciale, che si celebra la settima notte del settimo mese, ovvero il 7 luglio: i kanji che ne compongono il nome significano appunto sette 七 e notte 夕.

Durante il Tanabata i giapponesi scrivono i propri desideri sui tanzaku, dei foglietti colorati che vengono appesi sui ramoscelli di bambù e lasciati in mostra affinché tutti possano leggerli.
Il Tanabata porta con sé una leggenda molto romantica ma anche un po’ triste che io, da inguaribile romantica, non vedo l’ora di raccontarti!

Ti insegnerò anche ad esprimere un desiderio in giapponese per creare il tuo primo tanzaku e festeggiare tutti insieme il Tanabata!

Tanabata: La leggenda di Orihime e Hikoboshi

C’era una volta Orihime 織姫, figlia della divinità del cielo (Ten no Kamisama 天 の 神様 ), abile tessitrice di kimono e grande lavoratrice. Il papà, vedendola triste e sola, decise di presentarle un pastore di nome Hikoboshi 彦星 e per i due fu subito amore.
Mai la divinità del cielo avrebbe pensato che, questa sua mossa, potesse scatenare un putiferio nel villaggio!

Ecco la loro storia.

I due innamorati, presi dall’entusiasmo della loro storia e dalla voglia di trascorrere sempre più tempo insieme, finirono per trascurare il proprio lavoro. La popolazione, rimasta senza abiti nuovi da indossare, iniziò ad andare in giro con kimono lacerati e, il bestiame, non più curato dal pastore, iniziò ad ammalarsi.

Quando il padre di Orihime si rese conto di ciò che stava succedendo, andò su tutte le furie e, per punire e responsabilizzare i due giovani, li separò, mandando Hikoboshi dall’altra parte dell’Amanogawa 天の川, il Fiume del Cielo (ovvero la Via Lattea) permettendo a sua figlia di raggiungerlo una sola volta all’anno, la settima notte del settimo mese, il 7 luglio, da cui il nome Tanabata , il cui significato è proprio settima notte.

Orihime e Hikoboshi sono, in realtà, delle stelle, conosciute anche come Vega e Altair che, se visibili, intorno al 7 luglio appaiono più vicine, simboleggiando l’incontro tra i due giovani innamorati.

Durante il Tanabata, in Giappone, è abitudine scrivere i propri desideri su dei foglietti di carta colorati chiamati tanzaku 短冊 e appenderli ai ramoscelli di bambù bene in vista, affinché chiunque possa leggerli e fare il tifo per i desideri altrui, così che possano diventare realtà, proprio come, quella notte, diventa realtà il sogno di Orihime e Hikoboshi di incontrarsi!

Nel video ho inserito come sottofondo musicale una canzone tradizionale, tipica del Tanabata.

Ecco il testo con la sua traduzione, affinché tu possa immergerti ancora di più nella magia di questa ricorrenza!

ささ の は  さらさら
のきば に  ゆれる
お星さま  きらきら
きんぎん  すなご

ごしき の  たんざく
わたし が  かいた
お星さま  きらきら
空から  見てる

Sasa no ha sara-sara
Nokiba ni yureru
Ohoshi-sama kira-kira
Kingin sunago

Goshiki no tanzaku
Watashi ga kaita
Ohoshi-sama kirakira
Sora kara miteru

Le foglie di bambù frusciano
Sfregano contro le gronde
Le stelle brillano
Granelli di sabbia d’oro e d’argento

Tanzaku di cinque colori diversi
Scritti da me
Le stelle brillano
Ci guardano dal cielo

Come si esprime un desiderio in giapponese? Tre forme per esprimere un desiderio

Non c’è Tanabata in Giappone senza desideri espressi, scritti sui tanzaku. Ma come si esprime un desiderio in giapponese? Come si crea la forma desiderativa in giapponese?

In giapponese ci sono vari modi per esprimere un desiderio, che variano a seconda che si desideri qualcosa (un oggetto o un sostantivo in generale) o che si voglia compiere un’azione.

Vediamo insieme quali sono le tre forme per esprimere un desiderio in giapponese.

1. L’aggettivo hoshii ほしい: “essere desiderosi”

In quasi tutte le lingue, uno dei primi verbi che è importante conoscere per comunicare ciò che si desidera in modo efficace è sicuramente volere. Sono convinta che non passa un giorno in cui non desideri qualcosa, che sia un caffè, dei soldi in più, un nuovo lavoro, un dolce.

Ti stupirà però il fatto che, in giapponese, volere non sia un verbo ma un aggettivo: hoshii ほしい.
In pratica, è come se dovessimo tradurlo in italiano con l’aggettivo desideroso, anziché con il verbo volere/desiderare.

Vorrei un caffè

Sono desideroso di un caffè

Se riusciamo a convincere la nostra testa che hoshii ほしい è un aggettivo, sarà più facile comprendere la costruzione di una frase che lo contiene.

Guarda questo schema:

CIÒ CHE DESIDERI


ga

ほしい
hoshii

です
desu

Vediamo alcuni esempi:

Vorrei un fidanzato

かれし
kareshi


ga

ほしい
hoshii

です
desu

Vorrei dei soldi

お金
okane


ga

ほしい
hoshii

です
desu

Vorrei un lavoro

仕事
shigoto


ga

ほしい
hoshii

です
desu

Attenzione! Non dimenticare mai che puoi usare hoshii ほしい, solo se ciò che desideri è un sostantivo.

2. La forma desiderativa dei verbi: ~tai ~たい

Se, invece di desiderare di avere qualcosa, desideri fare qualcosa, devi agire direttamente sulla desinenza del verbo che descrive l’azione che vorresti compiere, coniugandolo e convertendolo in una sorta di forma desiderativa.

Per farlo, dovrai inserire ~tai al posto della desinenza ~ru nei verbi ichi dan (i verbi ichi dan, detti anche vocalici, terminano sempre in ~iru oppure ~eru tranne pochissime eccezioni) oppure ~itai al posto della desinenza ~u nei verbi go dan (i verbi go dan, detti anche consonantici, sono quelli che terminano con tutto ciò che non è né ~iru né in ~eru, tranne pochissime eccezioni).

Quando inserirai ~tai o ~itai al posto delle rispettive desinenze, ciò che otterrai non sarà un nuovo verbo ma un aggettivo traducibile in italiano con desideroso/a di + verbo.

Ti mostro qualche esempio:

VERBI ICHI DAN

FORMA DESIDERATIVA

食べる
tabe-ru

食べたい
tabe-tai

desideroso/a di mangiare

見る
mi-ru

見たい
mi-tai

desideroso/a di guardare

寝る
ne-ru

寝たい
ne-tai

desideroso/a di andare a letto

VERBI GO DAN

FORMA DESIDERATIVA

飲む
nom-u

飲みたい
nom-itai

desideroso/a di bere

読む
yom-u

読みたい
yom-itai

desideroso/a di leggere

行く
ik-u

行きたい
ik-itai

desideroso/a di andare

Gli unici due verbi irregolari presenti nella lingua giapponese mutano anche la loro radice una volta coniugati, non resta che memorizzarli!

VERBI IRREGOLARI

FORMA DESIDERATIVA

する
su-ru

したい
shi-tai

desideroso/a di fare qualcosa
generalmente accompagnato dal sostantivo che indica cosa

来る
ku-ru

来たい
ki-tai

desideroso/a di venire
nel posto in cui mi trovo io ora

Dato che la forma desiderativa di un verbo si comporta come fosse un aggettivo, è necessario aggiungere alla fine della frase anche il verbo essere desu です anche se, nel linguaggio colloquiale, desu です viene generalmente omesso.

A questo punto siamo pronti per creare la nostra frase, come da schema:

CIÒ CHE DESIDERI


(oppure を)

VERBO nella sua FORMA DESIDERATIVA

です
desu

Sono desideroso/a di bere un caffè ( = vorrei bere un caffè)

コーヒー
Koohii


ga

飲みたい
nomitai

です
desu

Sono desideroso/a di mangiare un okonomiyaki ( = vorrei mangiare un okonomiyaki)

お好み焼き
Okonomiyaki


ga

食べたい
tabetai

です
desu

Sono desideroso/a di comprare una macchina ( = vorrei comprare una macchina)


Kuruma


o

買いたい
kaitai

です
desu

Sono desideroso/a di studiare giapponese ( = vorrei studiare giapponese)

日本語
Nihongo


o

勉強 したい
Benkyō shitai

です
desu

Se vuoi utilizzare un verbo di movimento devi usare la particella ni に (oppure e へ) al posto della particella ga が (oppure o を):

Sono desideroso/a di andare in Giappone (= vorrei andare in Giappone)

日本
Nihon


ni

行きたい
ikitai

です
desu

Anche se utilizzi il verbo au 会う (incontrare) dovrai utilizzare la particella che marca il complemento di termine, che è sempre ni に (in giapponese non si incontrano gli amici ma si incontrano agli amici).

Per esempio, Sushi-san nel mio libro Chikamichi Giapponese da zero, ha espresso il desiderio di incontrare Tempura-chan, per la quale ha preso una bella cotta, quindi, sul suo tanzaku, ha scritto questo:

tanzaku bambù tanabata

Vorrei incontrare Tempura-chan

てんぷらちゃん
Tempura-chan


ni

会いたい
aitai

です
desu

sushisan personaggio libro chikamichi
tempura personaggio libro chikamichi

3. Fa che accada: yōni ように

Il terzo e ultimo modo per esprimere la speranza che un desiderio si realizzi consiste nel fare seguire ciò che vuoi che si avveri da yōni ように, traducibile in italiano con affinchè/fa in modo tale che.

Per creare desideri utilizzando questa forma, è necessario saper comporre una frase in giapponese utilizzando la sua forma cortese per poi concluderla con yōni ように.

Guarda qualche esempio:

IL TUO DESIDERIO

ように
YŌNI

Fa che io passi l’esame

試験 に 合格 します
Shiken ni gōkaku shimasu

ように
YŌNI

Fa che io possa essere felice

幸せ に なれます
Shiawase ni naremasu

ように
YŌNI

Fa che mia madre guarisca

母 の 病気 に 治ります
Haha no byōki ni naorimasu

ように
YŌNI

Tanabata nelle mie classi di giapponese!

Per concludere, vorrei condividere con te alcuni scatti, rubati durante una delle mie lezioni di Giapponese tenutesi il 7 luglio in cui, tutti insieme, abbiamo realizzato dei tanzaku un po’ speciali, realizzati piegando carta di origami e abbiamo scritto il nostro desiderio, appendendolo ad un ramoscello di bambù…immaginario!

Buon Tanabata!
よい七夕を~!

Consiglio di lettura a tema Tanabata

Ora conosci ben tre strutture grammaticali diverse per esprimere il tuo desiderio su un tanzaku e festeggiare tutti insieme questo Tanabata, la festa delle stelle giapponese.

Se ti piace il romanticismo e ti piace leggere, se la speranza e la magia del Tanabata ti affascinano, ti consiglio una lettura all’altezza di questo evento:

Come Tanzaku dimenticati, la storia di due giovani in cerca del proprio destino. Un viaggio attraverso le tradizioni e le bellezze del Giappone. Una storia indimenticabile sulle seconde occasioni.

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